sabato 9 marzo 2013

Il Presidente


Di Giorgio Napolitano ho un lontano ricordo. 1984: Giorgio è capogruppo del Pci alla Camera. Contro il parere di buona parte del partito (ricordo Natta parlare con la sua sottile ironia di “eccessivo senso della responsabilità”) salva Giulio Andreotti implicato nel caso Sindona. Il Pci alla Camera si astiene su ordine di Napolitano. Chiamiamo Giorgio in sezione e lo attacchiamo da tutte le parti. Nel mio intervento chiedo le sue dimissioni per collusione e lui mi guarda senza rancore come se lo avessi invitato a discutere del prolungamento della riunione. Un amendoliano pacato e gentile, un liberale che sarebbe rimasto tale per tutta la vita. Se a quel tempo ci avessero detto che sarebbe diventato Presidente della repubblica saremmo rimasti senza fiato.
Da Presidente mi ha fatto molto spesso incazzare (proroga concessa a Berlusconi dandogli tutto il tempo di riorganizzarsi, il governo Monti, i tecnici, ecc.) ma devo dire che mi sono sentito quasi sempre rappresentato. Bazzicava le nostre sezioni beccandosi spesso le critiche dei militanti per i suoi atteggiamenti “pacati” soprattutto nei confronti dei socialisti. Eravamo convinti che fosse il figlio di Umberto di Savoia, ma era pur sempre uno dei nostri …
(Marco)

Napolitano in sezione (era la stessa volta?) lo ricordo soprattutto noioso. Così noioso che, forse provata da una lunga giornata di lavoro e famiglia,  facevo fatica a non addormentarmi. Oggi il mio nipotino dodicenne mi guarda attonito quando gli dico che se lo dovessi incontrare – non che sia molto probabile – gli darei del tu.
(Celeste)

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